Il telefono passa per la Playstation
"I tempi stanno cambiando". Con queste parole David Reeves, presidente
di Sony Computer Entertainment Europe (Scee), ha tenuto a battesimo a
Lipsia la nuova versione della Playstation portatile, la Psp "3000". La
nuova consolle della multinazionale giapponese sarà in commercio dal
prossimo 15 ottobre.
"Vedrete una tecnologia che non è mai
stata vista prima", ha aggiunto Reeves che per l'anteprima mondiale
della Psp ha scelto la "Games Convention" di Lipsia, la
più grande fiera dei videogiochi in Europa in programma questa settimana.
Verso la convergenza
A parte lo schermo di qualità
superiore, i trenta euro in più rispetto alla versione attuale (199
euro invece di 169) si giustificano con un microfono interno che,
grazie alla possibilità di installare applicazioni come Go!Messenger e
Skype, trasforma la Psp-3000 in uno strumento di comunicazione. Una
possibilità che, unita al lettore Blu-ray per la riproduzione di film
ad alta definizione, conferma la tendenza del colosso nipponico verso
una concezione più ampia di intrattenimento domestico.
Sempre
per ottobre la Sony metterà sul mercato un'edizione limitata della
consolle con un hard disk da 160 Gb per soddisfare, ha spiegato Reeves,
le esigenze di "tutti coloro che hanno una sete insaziabile di
contenuti scaricabili e un inappagabile bisogno di memoria".
Sono
passati i tempi in cui la Playstation era sinonimo di videogiochi.
Anche la casa giapponese deve fare i conti con la convergenza
multimediale e la contrazione delle vendite.
La guerra al "peer to peer"
Che
non sia un buon momento per il settore lo dimostra la guerra lanciata
da cinque grandi aziende di videogame a chi scarica contenuti dalla
Rete. Atari, Topware Interactive, Reality Pump, Techland e Codemasters
- che detengono i diritti di alcuni dei giochi più diffusi al mondo -
si sono unite e hanno intrapreso una lotta senza quartiere agli
scaricatori incalliti (gli stessi corteggiati dalla Sony?).
Il
primo campo di battaglia scelto è l'Inghilterra. La prima vittima è
Isabela Barwinska, una signora disoccupata con due figli a carico che
nei giorni scorsi è stata condannata da un tribunale inglese a sborsare
sedicimila sterline tra multe e spese legali per aver scaricato
illegalmente un solo videogioco, Dream Pinball 3D.
25.000 sospettati
Martedì
il "Times" di Londra ha scritto che presto ben 25.000 utenti britannici
potrebbero ricevere una lettera in cui verrà loro chiesto di sborsare
300 sterline per raggiungere un accordo extragiudiziario. Chi si
rifiuterà di pagare, finirà di fronte al giudice. Le cinque aziende di
videogame si sono appellate all'Alta corte per ottenere dagli internet
provider i nomi e gli indirizzi delle 25.000 persone sospettate. I
numinativi di altri 5.000 utenti sono già in loro possesso.
Un fenomeno impressionante
La
quantità di copie illegali dei videogame è sconvolgente. Nelle prime
due settimane dalla sua uscita sul mercato inglese, Dream Pinball 3D è
stato acquistato legalmente soltanto da 800 persone, ma scaricato da
12.000. L'Alta Corte inglese dovrà ora stabilire in che misura la
privacy e la libertà degli utenti in Rete prevale sul diritto d'autore.
L'impressione è che per il "peer to peer" i tempi stiano davvero
cambiando.