jema diamont plus
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| Titolo: Usi e costumi Giapponesi Mer 4 Feb - 14:50:24 | |
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£ui$a Admin
Numero di messaggi : 32323 Età : 65 Località : ovunque Data d'iscrizione : 02.08.08
| Titolo: Re: Usi e costumi Giapponesi Mer 4 Feb - 15:35:00 | |
| Oggi è festa in Giappone: è il setsubun 節分, la festa per il primo giorno di primavera secondo il calendario lunare, in cui si scacciano fuori da casa i demoni, gli oni 鬼, e si invita la fortuna a entrare al loro posto. E' una festa antica, in origine cinese, adottata poi nella corte imperiale col nome di tsuina 追儺. Ma la sua popolarità dipende dal divertimento che specialmente i bimbi ne traggono: si devono alternare i ruoli indossando alcuni le maschere da mostro, altri le maschere da otafuku お多福, la donna giapponese dalle guance paffutissime, simbolo di prosperità e buona sorte. Corrono a destra e a manca, e al grido di oni wa soto, fuku wa uchi (鬼 は外, 福は内), fanno piazza pulita delle presenze maligne scagliando in ogni angolo della casa manciate di fagioli! Si deve anche mangiare un futomaki 太 巻き, un rotolo di riso avvolto in alga secca con dentro verdure, pesce e frittata, in piedi in silenzio, rivolti in direzione nord-nord-ovest (hoku hokusei 北北西). E ben attenti a non sbagliare! Mi ha avvertito la mia geniale amica Maki, la più temibile "oni buster" in circolazione: se ci si confonde e si perde la trebisonda, gli oni arriveranno a frotte! Trovo sempre impareggiabile la creatività e giocosità delle tradizioni giapponesi, lo stimolo a fantasticare, ad avere (almeno finché sono bambini) uno sguardo magico sulla realtà. Mi ricordo la prima volta che l'ho festeggiato, proprio qui a Saijo, nel 2004, in compagnia di Erika, Chika e Sayaka... quell'anno è tuttora impresso a fuoco nella mia memoria come un tempo di scoperta, di avventura, di novità a ogni passo calcato sulla terra di questa strana, seconda patria. E ora che, preso il coraggio a quattro mani, ho deciso di mettere la parola fine alla mia permanenza qui... ora che si apre il mio ultimo anno in terra nipponica, resta il quesito di come tenere vivo e ben stretto questo legame, nonostante la grande distanza che frapporrò tra noi tornando in Italia. Il più grande interrogativo, l'enigma destinato a rimanere senza soluzione è comunque quello del camaleonte: come si può cambiare pelle così facilmente, plasmarsi su mondi di volta in volta diversi, senza finire disintegrati in molecole di vita alla deriva tra tempi e spazi che mai combaciano tra loro? Come spiegarsi un'anima apolide e totalmente cosmopolita, che al contempo patisce la distanza dal suo rosario di affetti? Per quale strana alchimia della mente una lingua straniera s'infiltra senza ostacoli e pervade il pensiero, solo per poi magnificare l'ineffabile coesione della propria esistenza con la lingua materna? | |
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