Una équipe di
ricercatori INAF, insieme ad un gruppo di colleghi francesi, ha
ricostruito, grazie ad un lungo lavoro di osservazione, una mappa
tridimensionale di oltre 6.500 galassie
tanto distanti da poter essere considerate nelle prime fasi evolutive
dell'Universo. Da questa analisi, contrariamente a quanto previsto
finora dai modelli teorici esistenti, è risultato che 9 miliardi di
anni fa le galassie si
associavano fra loro in modo molto diverso da come fanno ora. Lo
studio, condotto grazie alle osservazioni di VIMOS, sofisticato
spettrografo installato al Very Large Telescope, ESO, in Cile, fornisce
importanti indicazioni sulla formazione ed evoluzione temporale delle galassie stesse e spinge gli astrofisici a rivedere le teorie esistenti sulle prime fasi di formazione ed evoluzione delle galassie nell’Universo.
Ebbene si, 9 miliardi di anni fa i diversi tipi di galassie
erano associati fra di loro in modo parecchio differente rispetto a
come sono raggruppati oggi. Questo è il risultato di un lungo e
paziente lavoro di osservazione e analisi dei dati operato dal team di
astronomi italiani e francesi che ha analizzato parecchie migliaia di
oggetti celesti raccolti dallo strumento VIMOS (VIsible Multi-Object
Spectrograph) installato su uno dei telescopi del Very Large Telescope
dell’European Southern Observatory in Cile. La “miscela” di galassie presente nelle zone di alta e bassa densità 9 miliardi di anni fa era pressoché identica, mentre ora la popolazione di galassie nelle zone di alta densità è dominata da galassie rosse, ellittiche, che hanno smesso di formare stelle da tempo, ed, inversamente, nelle zone di bassa densità troviamo molte galassie blu, di tipo spirale, che stanno tuttora formando stelle.
I
ricercatori sono giunti a questa conclusione sfruttando l’accuratezza e
l’enorme quantità dei dati finora prodotti da VIMOS, con i quali hanno
ricostruito una mappa tridimensionale di oltre 6.500 galassie
nel Cosmo - molto distanti nello spazio, e quindi lontane nel tempo -
così come doveva essere 9 miliardi di anni fa, ossia più della metà
dell’età attuale dell’Universo, stimata in 13,7 miliardi di anni. E’
stata così realizzata per la prima volta una “foto di famiglia” del
Cosmo a circa 4,5 miliardi di anni dal Big Bang, che è stata quindi
confrontata con quella dell’Universo quale lo osserviamo oggi, ad uno
stadio evolutivo molto più avanzato. La distribuzione delle galassie
di tipo ellittico ed a spirale e la loro aggregazione in gruppi è
profondamente diversa tra i due stadi evolutivi. Un risultato, questo,
che permette di datare con precisione un momento di transizione nella
storia evolutiva delle galassie e delle condizioni ambientali in cui queste formano nuove
stelle, fornendo utili riferimenti alle simulazioni al computer della
storia dell’Universo, che dovranno tenere necessariamente conto di
questa fenomenologia.
La ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics,
il cui primo autore è Olga Cucciati, studentessa di Dottorato presso
l’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera, è stata condotta nell’ambito
del progetto VVDS (VIMOS VLT Deep Survey), una collaborazione
scientifica italo-francese finalizzata alla esplorazione approfondita
di oggetti celesti luminosi, come galassie
e quasar. Le osservazioni VVDS sono iniziate nel 2002 e attualmente vi
partecipano più di 40 astronomi dei due Paesi. Il progetto prevede
osservazioni di oggetti molto distanti nello spazio e quindi lontani
nel tempo, spingendosi fino a soli 1,2 miliardi di anni dal Big Bang.
VIMOS,
lo strumento che sta realizzando un vero e proprio “censimento” dei
corpi celesti nell’Universo nell’ambito del progetto VVDS, è uno
spettrografo costruito da un consorzio italo-francese per conto
dell’European Southern Observatory, ESO. Le sue caratteristiche
d’avanguardia lo rendono in grado di misurare le proprietà fisiche, tra
cui gli spettri ed il loro spostamento verso il rosso - quindi la loro
distanza - di circa 600 oggetti celesti alla volta. Dall’avvio della
campagna osservativa VVDS, VIMOS ha osservato circa 45.000 galassie.
Il
progetto VVDS coinvolge le seguenti strutture dell’Istituto Nazionale
di Astrofisica: IASF Milano, IRA Bologna, Osservatorio Astronomico di
Bologna, in collaborazione con il Dipartimento di Astronomia
dell’Università di Bologna, Osservatorio Astronomico di Brera,
Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Osservatorio Astronomico di
Roma.